Il consiglio di amministrazione di Atlantia conferma il proprio supporto al piano illustrato dal board di Autostrade per l’Italia per il territorio genovese e per il sostegno, dopo il crollo del ponte Morandi, alle famiglie delle vittime e agli sfollati, ribadendo “il massimo impegno a collaborare fattivamente con le istituzioni tutte per il superamento dell’emergenza”. Ma preannuncia anche due azioni a tutela dei propri azionisti. La prima, legata alla lettera di contestazione inviata ad Aspi dal ministero dei Trasporti – e alla quale la stessa società dovrà rispondere con le sue controdeduzioni -, vede “l’avvio di verifiche relative all’impatto di tale missiva” sugli strumenti finanziari del gruppo. La seconda consiste invece nella “valutazione degli effetti delle continue esternazioni e della diffusione di notizie sulla società”, alla quale ha dato il via lo stesso cda “con l’obiettivo di tutelare al meglio il mercato e i risparmiatori”.
Parole messe nero su bianco a termine della riunione del board della capogruppo, convocata per il giorno successivo a quella della controllata e apertasi come ieri nel segno del cordoglio per le famiglie colpite. In un quadro che ancora una volta, per quanto riguarda Piazza Affari, è però dominato dal rosso. Mentre prosegue il dibattito politico sulla possibile nazionalizzazione della concessione di Autostrade per l’Italia, il titolo di Atlantia chiude infatti in calo del 3,81% a 18,18 euro, vanificando di fatto, dal punto di vista della capitalizzazione, il recupero di oltre due punti e mezzo percentuali di ieri. Questo nonostante una partenza positiva, contraddistinta da un rialzo di più di un punto percentuale. In serata arriva tra l’altro la comunicazione dell’agenzia di Moody’s, che annuncia di aver posto sotto osservazione i rating di Atlantia e delle controllate Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma per un possibile downgrade, in ragione degli “accresciuti rischi al ribasso per il profilo di credito” della stessa Atlantia.
A dire la loro per quanto riguarda l’eventuale passaggio della concessione nelle mani dello Stato, naturalmente dal punto di vista dei lavoratori, sono intanto i sindacati. E lo fanno ponendo un chiaro paletto. “Qualunque soluzione interverrà nella gestione dei contratti delle concessioni non dovrà, in ogni caso, porre alcun pregiudizio per la continuità occupazionale di tutte le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti, sia diretti che indiretti”, affermano unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl Viabilità/Logistica. “Le tante parole e le possibili strumentalizzazioni devono lasciare spazio ai fatti concreti”, ammoniscono le cinque sigle, assicurando che “di fronte a proposte e progetti seri e costruttivi siamo pronti, come sempre abbiamo fatto, a dare il nostro contributo”.