Nuova seduta difficile per Piazza Affari: l’ultima prima della pausa natalizia ha visto il Ftse Mib toccare nel corso della seduta i minimi da dicembre 2016 andando poi a chiudere a 18.397 punti (-0,97%). Una debolezza dettata dall’umore nero sui principali mercati globali con Wall Street scivolata giovedì ai nuovi minimi annui, penalizzata dai timori per un parziale shutdown federale e dalla delusione per i messaggi meno morbidi del previsto forniti dalla Federal Reserve a seguito del nuovo rialzo dei tassi. Preoccupazioni diffuse che trovano però in Italia una sponda particolarmente sensibile: l’indice milanese mostra infatti la peggiore performance in un contesto europeo dove non sono mancati anche i timidi rialzi, come il +0,21% del Dax di Francoforte o il +0,14% del Ftse100 di Londra.
Pure a fronte di uno spread che si è confermato al di sotto di quota 260 punti base, tra le banche giornata difficile per Unicredit (-3,8% a 9,82 euro), che è scivolata sotto la soglia dei 10 euro per la prima volta da novembre 2016. Mentre sempre nel settore bancario a mettersi in luce è stata Banca Mediolanum, con un balzo del 5,24% a 5,10 euro. In buon progresso, al di fuori dell’indice principale, anche Carige: +6,67% alla vigilia dell’assemblea dei soci chiamata a deliberare il prossimo aumento di capitale da 400 milioni di euro. Peggior calo di giornata, invece, per Tim: -3,81% a 0,5 euro nel giorno in cui il cda ha avviato l’istruttoria sulla richiesta di convocazione dell’assemblea pervenuta da Vivendi il 14 dicembre scorso. Gli investitori premiano infine Recordati: la farmaceutica guadagna il 2,19% a 30,30 euro dopo aver confermato i target 2018, approvato quelli per il 2019 e annunciato l’accordo raggiunto per l’acquisizione del 100% del capitale della francese Tonipharm, attiva prevalentemente nel mercato dell’automedicazione con prodotti da banco.