Il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, sfida il Movimento 5 Stelle. Confermando quanto scritto dal suo giornale sull’incontro segreto tra i pentastellati e il leghista Matteo Salvini, il direttore invita il Movimento a porgere querela e denunciarlo per aver scritto il falso. “L’incontro c’è stato – sottolinea Calabresi – noi, prima di scrivere, abbiamo controllato bene”.
Intervistato da RaiNews24, Calabresi dice che si aspettava la reazione del Movimento 5 Stelle. “Ciò che mi stupisce, però, è che dicano ‘O tiro fuori le fonti, oppure mi devo dimettere’. E’ uno strano modo di interpretare le cose: dal Watergate in poi le fonti vanno ritenute riservate, sennò te le bruci”. Il direttore di Repubblica ricorda inoltre che, all’uscita del libro ‘Poteri forti (o quasi)’ di Ferruccio De Bortoli, “non venne chiesto di rendere note le fonti” secondo cui Maria Elena Boschi aveva chiesto a Unicredit di salvare Banca Etruria. Il M5S, in quel caso, sfidò invece Boschi di porgere querela se era stato scritto il falso. “Gli restituisco il loro ragionamento – dichiara oggi Calabresi – se tu sei convinto che abbiamo detto il falso, ci porti in tribunale e, di fronte al tribunale, tireremo fuori le nostre fonti”.
A rispondere al giornalista ci pensa il capogruppo del M5S Roberto Fico. “Caro direttore Calabresi, se un quotidiano nazionale importante come la Repubblica, con la storia che ha, dà in prima pagina la notizia di un incontro tra Matteo Salvini e Davide Casaleggio, o ha le prove certe, verificabili e dimostrabili anche senza rivelare la fonte, oppure sta infangando la storia del giornale e tutto il giornalismo italiano”, scrive su Facebook.
“Sull’edizione online di Repubblica si fa riferimento a due autorevoli voci della Lega Nord che confermerebbero l’incontro. Incontro che è però già stato smentito sia direttamente dallo stesso Casaleggio, sia dallo stesso partito di Salvini. Quindi quella delle due fonti della Lega, che prova è? Sicuro di aver svolto le dovute verifiche con tutta l’attenzione necessaria? Si è posto il problema che qualcuno la stia usando? Come fa a definirle ‘fonti certe’ quando questi sono portatori di precisi interessi politici? Queste sono tutte domande a cui le deve dare risposte chiare”, rincara. “Quanto accaduto non sarebbe di esempio per tutti quei giovani che con passione e sincerità vogliono avvicinarsi al mestiere del giornalismo. Quindi, o lei tira fuori queste prove, oppure dopo questa figura da quattro soldi si dimette perché ha creato un danno all’informazione di questo Paese”, conclude il Cinquestelle.