Slitta a mezzogiorno di martedì la presentazione del simbolo della lista Civica popolare, guidata da Beatrice Lorenzin, e inizialmente prevista per venerdì mattina. In mezzo, la querelle sul simbolo che prevede tra le sigle presenti nel logo anche la margherita a 12 petali (e non a 16) della lista civica con cui Lorenzo Dellai si è presentato alle elezioni a fine anni Novanta e nel 2013 (l’Unione per il Trentino).
Sul piede di guerra gli ex della Margherita, primo fra tutti Francesco Rutelli. Dopo la diffida, il collegio dei liquidatori del partito ribadisce che “nessuno può usare il simbolo della margherita a livello nazionale”, salvo la piccola margherita inserita nella stella alpina della Svp Sudtiroler Volkspartei. Il Collegio sottolinea come la Margherita non disponga di alcun diritto di esenzione dalla raccolta firme per presentarsi alle elezioni.
Replica su Facebook la stessa Beatrice Lorenzin: “Chi conosce la mia storia ed il mio percorso politico sa che non ho mai militato in Democrazia e Libertà-La Margherita, non c’è nessun tentativo furbetto di appropriarsi del simbolo di nessuno. C’è soltanto il rispetto doveroso verso la sensibilità di nuovi compagni di viaggio, che chiedono legittimante di utilizzare ognuno di loro i simboli della propria identità già usati alle precedenti elezioni politiche”.
“È quindi infondato – risponde Lorenzin al Collegio dei liquidatori della Margherita – associare l’elusione della raccolta firme ad Alternativa Popolare, promotore del progetto politico di Civica Popolare, essendo Ap già presente in Parlamento con gruppi alla Camera e al Senato, così come anche altri cofondatori della nuova forza politica”. E, di fatto, la margherita nel simbolo di Civica Popolare non sarebbe il solo logo presente, ma verrebbe affiancato da quelli in rappresentanza delle diverse aree politiche di appartenza confluite in Civica popolare.
È lo stesso Dellai a smorzare i toni e riportare la questione nei ranghi. “Non c’è trippa per gatti per quanto riguarda le polemiche. Noi chiediamo il rispetto delle regole sul simbolo e il rispetto delle identità politiche nazionali e locali che formano la nostra lista. Dopo di che, grande solidarietà e amicizia con tutti. Non c’è da parte nostra nessun interesse a litigare, men che meno con un amico come Rutelli”, dice il deputato di Democrazia solidale.
Dopo i rumor di questi giorni circa una possibile incrinatura dei rapporti con il partito guidato da Matteo Renzi, Dellai assicura che i Civici popolari sono “intenzionati a costruire un’alleanza con il Partito democratico” e nulla è cambiato. “Non abbiamo ancora sentito il Pd, ma è ovvio ed evidente che la prossima settimana questa potenziale coalizione prenda forma”, precisa. E con una vena polemica verso l’altra potenziale gamba della coalizione, la lista +europa di Emma Bonino, aggiunge: “Noi, a differenza di altri, non stiamo a valutare quanti e quali seggi uninominali possiamo avere”.
Dellai precisa che la lista sarà rappresentata da “una serie di simboli, compatibili con le norme esistenti sulla non confondibilità”. Il deputato però non cede:”Mi pare difficile confondersi con un simbolo come quello della ex Margherita che da 12 anni non si usa più… Il simbolo della mia lista civica, invece, si è presentato anche alle elezioni del 2013″. Il senatore Pier Ferdinando Casini, altro membro di Civica Popolare, tenta di chiudere la polemica: “Tra questioni di simboli e di raccolta di firme, la campagna elettorale sta iniziando sotto i peggiori auspici, rischiando di alimentare un nuovo astensionismo. Noi abbiamo dato vita con Beatrice Lorenzin alla lista Civica Popolare per parlare delle grandi questioni italiane; dal tema delle nuove povertà a quello ancora insoluto delle grandi crisi industriali, dall’Ilva all’Alitalia, fino alle questioni internazionali, a cominciare dalla Libia e dall’area del Mediterraneo. Gli italiani debbono valutare chi, come Renzi e Gentiloni, ha operato concretamente per avviare la ripresa del nostro Paese e chi fa chiacchiere senza fondamento”.
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