Riprendono le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione del nuovo governo. Dopo aver incontrato giovedì tutti i partiti, il capo dello Stato si consulta con le alte cariche. Alle 10.30 il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato al Quirinale. Dopo di lui, alle 11.15 è stato il turno di Roberto Fico, arrivato a piedi al Quirinale. Alle 12 tocca alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
FICO- È durato meno il colloquio tra Roberto Fico e Mattarella, rispetto a quello con Napolitano. Il presidente della Camera ha lasciato il Quirinale senza commentare: “Buongiorno a tutti – ha detto soltanto – vi auguro buon lavoro”.
NAPOLITANO – “Come rappresentante istituzionale parlo per me, ma sono convinto di esprimere un sentimento comune, siamo tutti accanto a Mattarella nella ricerca di soluzioni, un compito estremamente complesso e che presenta allo stesso tempo una innegabile urgenza. Siamo pienamente solidali con lui”, ha detto il presidente emerito Giorgio Napolitano, uscendo dal colloquio con Mattarella duranto circa 50 minuti. È stata finora la consultazione più lunga.
Giovedì sono riprese le consultazioni al Colle. Mattarella ha ricevuto i principali partiti: Pd, centrodestra e M5S. Colloqui intensi sulla formazione del nuovo governo, scontri e show inaspettati. Come quello di Silvio Berlusconi che da buon matador si è ripreso la scena. Dopo aver definito ‘leader del centrodestra’ Matteo Salvini, che ha letto “un comunicato congiunto che abbiamo scritto con fatica”, il grande colpo di teatro: la stoccata del Cav contro il Movimento Cinque Stelle pronunciata acciuffando i microfoni e da solo sulla scena affonda: “Mi raccomando fate i bravi. Sappiate distinguere fra i veri democratici e chi non conosce nemmeno l’abc della democrazia”. Parole da cui poi la Lega ha preso le distanze.
Il terzo giro di consultazioni è ormai escluso. Mattarella potrebbe dare qualche giorno in più con una breve pausa per riflettere, e qualora non ci fosse un segnale da parte delle due forze politiche chiamate in causa, Lega e M5S, la strada sarebbe già tracciata: un incarico esplorativo affidato, molto probabilmente a Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato.