Milano, 16 apr. (LaPresse) – “Settemila bar in meno negli ultimi 2 anni è un dato nazionale che dice quali sono stati gli effetti della pandemia, seppur con delle differenze a livello geografico. Per il futuro del settore ora c’è un cauto ottimismo, ma c’è anche grande attenzione su nuovi fattori critici come il caro bollette e la crisi delle materie prime legate al conflitto in Ucraina”. Lo ha detto a LaPresse Claudio Pica, vicepresidente della Fiepet- Confesercenti, interpellato da LaPresse, commentando le elaborazioni di Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese. Dei 169.839 bar presenti a fine 2019, ne sono rimasti aperti 162.964 a fine 2021, 6.875 in meno (-4,05%). Una riduzione elevata, che ha colpito prima di tutto il Lazio, dove questi esercizi pubblici sono diminuiti del 10,09% pari a 1.860 strutture in meno. La Lombardia, invece, ne perde più di 1.500, vedendo così ridurre i suoi bar del 5,49%. Molte le regioni che registrano variazioni superiori alla media. La Valle d’Aosta (-9,07%), Marche e Friuli Venezia Giulia, che segnano riduzioni dell’ordine del 6%, Toscana, Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige con cali superiori al 5%, Piemonte, che si assesta al -4,99%. Hanno un trend opposto la Campania e la Sicilia, dove in questi due anni si è registrato un aumento del numero dei bar compreso tra l’1 e il 2%. Per Pica in alcune aree come Roma nei due anni pandemici “c’è stato un fenomeno di livellamento del mercato, in cui chi era già in difficoltà più facilmente ha chiuso”. “Ora – dice Pica a LaPresse – auspichiamo una ripresa a tutto il livello nazionale. Intanto ci sono segnali buoni in questi giorni di feste pasquali, in particolare dalle zone turistiche costiere”. “Anche se – fa notare Pica – restano problemi come quello degli affitti dei locali, ancora difficili da sostenere per molti, su cui chiediamo l’intervento del governo. Come anche sul fronte del caro energia”.
Covid: Fiepet, 7mila bar in meno, ma ora cauto ottimismo e agire su affitti
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