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Da Montolivo a Gattuso: 5 anni di rivalità Milan-Fiorentina

Milan-Pjaca: il croato nuovo obiettivo di mercato ma si seguono anche Boateng e Ljajic. I rossoneri al lavoro sull'attacco
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Solo la Juventus? No, c’è anche il Milan al top della classifica delle rivalità vissute dai tifosi viola. Dopo aver visto sia Roberto Baggio che Manuel Rui Costa vestire la maglia rossonera dopo quella gigliata, gli episodi arbitrali, i duelli sportivi e le polemiche sia verbali che mediatiche hanno scavato il solco fra i due ambienti, le due squadre, le due società. Il preambolo risale all’estate del 2012. Dopo numerose polemiche e parecchie tensioni, Riccardo Montolivo, privato nel corso della stagione della fascia di capitano viola, lascia Firenze a parametro zero per accasarsi al Milan e a Milanello. A Firenze gliela giurano, al suo primo match al Franchi con la maglia rossonera Montolivo viene subissato di fischi.

E’ solo la prefazione di un libro di frecciate, diverbi, comunicati che hanno scandito gli ultimi cinque anni delle disfide fra rossonero e viola. In attesa di domenica, una gara sognata dai tifosi fiorentini come quella del definitivo rilancio europeo contro un Milan in difficoltà, privo come sarà di Caldara, Biglia, Bonaventura, Kessie e Bakayoko. Un anno dopo quello che a Firenze era stato vissuto come il “ratto” di Montolivo, le due squadre sono ai ferri corti. La lotta per il terzo posto Champions nella primavera del 2013 fra il Milan di Allegri e la Viola di Montella è serrato, intenso, punto a punto. Nelle ultime giornate di quel campionato, prima della qualificazione rossonera a Siena del 19 maggio 2013, tutte le conferenze del sabato sua di Montella da Firenze che di Allegri da Milanello contengono almeno una frase in stile botta e risposta. Fino al terzo posto rossonero e alla maglietta dei tifosi viola indossata dall’ex Ambrosini al raduno estivo successivo: “Rigore per il Milan!”.

Qualche mese dopo, nelle sue ultime settimane rossonere, Allegri avrebbe poi sottolineato: “Non sta a me replicare alle parole di Montella. Dico solo che Firenze per noi non è un campo fortunato perché Balotelli ci ha preso due giornate e Ibrahimovic tre nell’anno dello scudetto”. Entrambe le squadre erano reduci da una estate 2013 molto tesa, condita da qualche ripicca di mercato. Come quella attuata da Andrea Della Valle, presidente viola. Il fratello del patron, pur in presenza di un accordo fra il Milan e il procuratore di Adem Ljajic, nega il giocatore ai rossoneri per cederlo ai giallorossi della Roma. Per qualche stagione, i due club si “dimenticano” questi episodi, fino a quando, nel febbraio 2017, Vincenzo Montella si prende, alla guida dei rossoneri, la rivincita sul suo successore in viola Paulo Sousa: 2-1 a San Siro. Una gara nella quale il viola lamentano la mancata espulsione di Gustavo Gomez per una entrata su Kalinic e i rossoneri recriminano per la posizione in fuorigioco di Chiesa sul gol viola dello stesso Kalinic.

Proprio l’attaccante croato sarà al centro di un fragoroso caso diplomatico dell’estate 2017: al momento della presentazione, il ds Mirabelli gli dice scherzando “Metti la palla dove sai, altrimenti ti facciamo ritornare là (riferendosi alla Fiorentina)”. Un’uscita che scatenò la rabbia della società viola, che con una nota ufficiale arrivò a parlare di “tono denigratorio, totalmente fuori luogo”. Quasi con lo stesso tono, i viola sono tornati a commentare pochi mesi fa la sentenza di riammissione del Milan in Europa League da parte del TAS (Tribunale che sta per tornare di attualità in casa rossonera): “Siamo stati spettatori rispettosi delle decisioni dell’Autorità. Precisiamo che la partecipazione alle Coppe siamo abituati a guadagnarcela sul campo per meriti sportivi come abbiamo fatto per tanti anni”. Eppure il campionato 2017-2018 era terminato con un risultato chiaro all’ultima giornata: Milan-Fiorentina 5-1. Goleada che non aveva impedito a Pioli e Gattuso di avere un diverbio a fine partita. Sabato alle 15, si ricomincia.

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