Un intervento sobrio, governista ed aperturista. Il ministro Di Maio si presenta alla platea della Uil tendendo la mano al mondo sindacale, dopo non avergli risparmiato critiche in passato. “Voglio che questa giornata sia l’inizio di un percorso con chi vuole lavorare per risolvere i problemi”, dice ai delegati presenti in sala. La volontà è quello di “fare squadra” per “trovare soluzioni soddisfacenti” tanto per i lavoratori quanto per i datori di lavoro.
La platea sindacale è quella scelta anche per spiegare meglio alcuni concetti relativi al reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia che ha portato il Movimento 5 Stelle a sfondare ampiamente la quota del 30% alle ultime elezioni. “Sul reddito di cittadinanza non arretro“, argomenta. L’obiettivo però “non è dare soldi a una persona per stare seduto sul divano” quanto “riqualificare chi ha perso il lavoro per inserirlo in altri settori“. Un discorso nel quale si inserisce una sorta di ‘patto’ con lo Stato. “Mentre ti formi io investo su di te dandoti un reddito – spiega ancora Di Maio – e tu in cambio dai al tuo sindaco 8 ore di lavoro di pubblica utilità gratuito alla settimana”.
In merito a questa partita, resta però aperta la questione coperture. Per il 2018 “ormai i giochi sono quasi fatti e quindi non ci muoveremo con interventi di riforma strutturale”, ammette il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Per il reddito di cittadinanza, insomma, occorrerà attendere. Anche perché, spiega ancora Tria, “nelle mie discussioni con il ministro Di Maio non si è mai entrato in questo dettaglio e non mi è mai stata espressa questa idea quindi non posso esprimermi nè a favore nè contro”.
Nell’immediato quindi Di Maio cercherà di portare a casa altre misure care al M5S, già a partire dalla prossima settimana con il taglio dei vitalizi, “e dopo penseremo alle pensioni d’oro” ed il varo del decreto dignità, che “elimina la burocrazia per le imprese”. Al suo interno, fa sapere il ministro, “ci sarà anche un intervento sul precariato, soprattutto dei più giovani, rivedendo alcune regole sul contratto a tempo determinato che viene rinnovato all’infinito” e pure “un intervento sulle delocalizzazioni”.
Il tempo intanto corre e prestissimo Di Maio, nelle sue vesti di responsabile del Mise, dovrà prendere decisioni fondamentali su uno dei dossier più caldi, quello dell’Ilva. Al congresso Uil Rocco Palombella, responsabile sindacale per i metalmeccanici, gli ha consegnato un caschetto ricordandogli che ci sono “20mila famiglie appese” al futuro delle attività siderurgiche italiane. “Ho 15 giorni per risolvere una questione rinviata per anni, ma ce la metterò tutta”, ha rassicurato Di Maio. In ballo ci sono “due interessi primari da tutelare”, ovvero “quello di chi lavora all’Ilva e quello dei tarantini, che hanno diritto di respirare aria pulita”. Proprio questo cubo di Rubik sul futuro dell’acciaieria sarà infatti anche il primo ‘stress test’ che il neo ministro dovrà superare. E lui ne è perfettamente consapevole.