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Escalation non si ferma, Israele prepara attacco di terra a Gaza

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L’esercito israeliano si prepara a una possibile operazione di terra nella Striscia di Gaza, con rinforzi di soldati e mezzi lungo la linea di separazione, altri 7mila riservisti richiamati e congedi sospesi. Le ostilità non si fermano nella nuova ondata di violenza del decennale conflitto israelo-palestinese, dopo un mese di escalation che da Gerusalemme ha contagiato non solo l’enclave controllata da Hamas, ma anche le città israeliane dove convivono arabi ed ebrei. Una delegazione egiziana è arrivata a Tel Aviv per tentare di mediare di persona, ma secondo al-Arabiya ha incassato per ora il rifiuto di Israele: niente discussioni su un cessate il fuoco prima di sabato.

Si sta “preparando l’opzione di una manovra di terra”: la conferma è giunta dal portavoce dell’esercito. In serata, poi, si sono aggiunte due novità: da una parte l’inizio, nel quarto giorno di offensiva, dell’uso dell’artiglieria israeliana, i cui colpi hanno cominciato ad abbattersi su Gaza costringendo decine di famiglie a scappare dalle loro case; dall’altra, il lancio di almeno tre razzi contro Israele dal sud del Libano, un attacco che minaccia di aprire un nuovo fronte nei combattimenti. Nel sud del Libano si trovano fazioni militanti palestinesi e il potente gruppo sciita Hezbollah. E l’Unifil ha chiesto massima moderazione.

La comunità internazionale continua a lanciare appelli alla de-escalation, sinora caduti nel vuoto. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sentito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, riconoscendo “il diritto legittimo di Israele di difendersi, proteggendo i civili”, ma “incoraggiando a ripristinare la calma”. Successivamente ha detto che da Israele “non c’è stata una reazione eccessiva”. Appello alla calma dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha condannato il “lancio indiscriminato di razzi” verso Israele, ma ha chiesto a quest’ultimo di “esercitare moderazione”. Mentre Emmanuel Macron, parlando con il presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha chiesto di “usare tutta la sua influenza per ripristinare la calma al più presto”.

Il bilancio delle vittime continua drammaticamente ad aggravarsi: secondo il ministero della Salute di Gaza, i morti palestinesi sono 103, di cui 27 minori, 530 i feriti. Il gruppo Jihad islamico ha confermato la morte di sette suoi militanti, Hamas di 13 fra cui un alto comandante. Sette gli israeliani uccisi, fra cui un soldato e due bambini, decine i feriti. In un raid su un villaggio nel nord di Gaza, a Sheikh Zayed, è stata uccisa un’intera famiglia, compresi quattro bambini e la madre incinta.

Intanto, Hamas continua i lanci di razzi contro lo Stato ebraico, dopo che vari alti comandanti del gruppo palestinese sono stati uccisi dai raid aerei israeliani. Alcuni razzi hanno raggiunto l’area di Tel Aviv, e sono state sparate raffiche anche di 100 proiettili alla volta. Il sistema antimissile Iron Dome ha intercettato il 90% degli oltre 1.200 razzi sparati, ha detto Netanyahu, aggiungendo: “Ci vorrà altro tempo”, ha detto, “ma con grande fermezza raggiungeremo l’obiettivo: riportare la pace nello Stato d’Israele”. Hamas ha anche annunciato di aver utilizzato i nuovi Ayyash 250, capaci di percorrere 250 km, dicendo quindi di poter colpire “ovunque” in Israele. E ha rivendicato di aver lanciato un razzo verso l’aeroporto Ramon di Eilat, a 180 km di distanza, secondo Israele caduto in campo aperto. Le sirene d’allarme hanno pure più volte risuonato nelle comunità israeliane attorno alla Striscia di Gaza anche per i droni esplosivi lanciati dall’enclave, abbattuti dalle Idf. Un portavoce dell’ala armata di Hamas, le Brigate Izz al-Din al-Qassam, ha affermato che, se Israele continuerà a superare “le linee rosse”, i lanci dalla Striscia aumenteranno.

Israele mercoledì aveva riferito che il Gabinetto di sicurezza aveva approvato l’ampliamento dell’offensiva, che secondo l’esercito aveva già colpito 600 obiettivi. Tra questi, vari palazzi a Gaza City, dove le Idf hanno detto si trovassero sedi di Hamas e della sua intelligence militare. L’esercito di Tel Aviv ha confermato poi il richiamo di 7mila riservisti, dopo i 5mila di cui aveva dato notizia nei giorni scorsi. E rinforzi sono stati inviati vicino al ‘confine’ dell’enclave.

In parallelo, sono proseguite le violenze nelle città israeliane tra arabi ed ebrei, scene che non si vedevano da due decenni. Netanyahu ha avvertito di essere pronto a usare “il pugno di ferro, se necessario”, per placare la violenza. Oltre 80 gli arrestati solo nella notte fra mercoledì e giovedì, quando folle opposte si sono scontrate anche a Lod, nonostante il coprifuoco notturno. E a Bat Yam un gruppo di nazionalisti ebrei ha assalito un automobilista, tirandolo a forza fuori dall’auto e picchiandolo finché è rimasto inerte. Negozi devastati e auto incendiate, accoltellamenti e spari sono stati registrati in varie città, anche a Gerusalemme e in Cisgiordania, ai cui abitanti Hamas ha fatto appello perché partecipino “combattendo il nemico in ogni campo”.

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