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Felice Piccolo e quel ‘Viareggio’ vinto con Gasperini: “Mi ha insegnato tutto”

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Quando il pensiero di Gian Piero Gasperini ti entra dentro, ti resta per sempre. Lo dicono tanti giocatori che hanno lavorato con il tecnico piemontese, lo conferma Felice Piccolo. L’ex difensore ha incrociato il futuro tecnico vincitore dell’Europa League ai tempi delle giovanili. E con lui ha condiviso un trionfo al Torneo di Viareggio: fino a qualche giorno fa, l’unico trofeo da allenatore messo in bacheca da Gasp. Correva l’anno 2003, il tecnico guidava la Juventus Primavera al successo sullo Slavia Praga in finale: 1-0, rete decisiva di Chiumento. Nelle file dei bianconeri, l’allora 19enne Piccolo. Il trampolino che lo avrebbe poi portato a vestire, tra le altre, le maglie di Reggina, Lazio, Empoli, Chievo, Spezia, oltre che quella delle nazionali giovanili azzurre.

“Mi ha insegnato tutto”

Ma il suo periodo ‘gasperiniano’ Piccolo lo ricorda molto bene: “Anni di gioie e di conflitti. Gasperini ti entra completamente dentro, da un punto di vista sanguigno”, racconta l’ex giocatore a LaPresse. “Lungo la mia carriera ho avuto una quarantina di allenatori, ma quello che mi sono portato dentro ha una radice e questa radice è sua, insieme ai sacrifici che compi da ragazzino, alle soddisfazioni, ai dolori. Gasperini mi ha insegnato tutto e a lui non posso che dire, semplicemente, grazie”.

“Quando sei allenato da lui, hai già vinto”

Già ai tempi della Primavera si intravedeva la ‘ricetta’ vincente del mister di Grugliasco. “Quando sei allenato da lui, dal punto di vista atletico, tecnico, tattico, hai già vinto. Le sue squadre si impongono con i duelli, con il gioco all’arrembaggio. Tutte cose – spiega – che applicava già ai tempi in cui allenava noi ragazzini. E che negli anni ha poi applicato a livelli sempre maggiori. Dal punto di vista del lavoro atletico, Gasperini l’ho poi rivisto in Delio Rossi, Zeman, Conte. Con Antonio si sa che il lavoro è durissimo: sotto di lui, forza lavoro uguale vittoria. Il metodo di Gasperini è una sorta di mix. Idee innovative con una radice ben solida, improntata sul lavoro quotidiano. Per semplificare: parti forte il martedì e la domenica, in partita, è una passeggiata. E poi – sottolinea Piccolo – lo contraddistingue una felicissima connessione tra lavoro atletico e tecnico. E ti fa anche divertire. Cosa nient’affatto secondaria”. La fama di Gasperini, confermata da alcuni suoi giocatori, è quella di sergente di ferro. “Certo, ha i suoi metodi. Non ha mezzi termini, ti dice le cose in faccia” dice l’ex difensore. “Se sei con lui, segui la sua linea in tutto e per tutto. Ma con la certezza che, se lo segui, ti porterai dentro negli anni tutto quello che ti trasmette. E Gasperini arriva dritto all’essenza del calcio. C’è chi queste cose, magari, le subisce in maniera ‘traumatica’, anche se si tratta ‘solo’ di calcio. E chi, sotto la sua gestione, è riuscito a fare il passo in avanti. Se si vanno a guardare i giocatori che lui ha allenato nelle giovanili, si vedrà che la maggior parte sono arrivati in Serie A. Non è un caso”.

“Palladino? Si vedeva che aveva la stoffa da mister”

A proposito: nella Primavera bianconera di quell’anno giocava Palladino, che si è messo in luce alla guida del Monza. “Ho avuto compagni poi diventati allenatori e, a quei tempi, Raffaele si è sempre posto nel modo giusto, era diretto, ascoltava tantissimo. Certo, non mi aspettavo che avrebbe bruciato le tappe così in fretta. Lo stesso vale per Simone Inzaghi. Simone, da giocatore, aveva una grande personalità, era un diplomatico, riusciva a gestire qualsiasi tipo di situazione. Qualità – sottolinea – che lo hanno portato fino ai trionfi vissuti recentemente con l’Inter”. Sono i giorni in cui si decide il futuro di Gasperini: meglio restare nel suo regno a Bergamo o è il momento di nuove avventure? “Bisogna capire se la destinazione è un club dove cercano più un ‘gestore’ di giocatori o un allenatore che insegna calcio, che vuole ‘formare’ i giocatori nel quotidiano. Di sicuro, Gasperini è un tecnico che quando prende una decisione va supportato in tutto e per tutto dal club. Io, umilmente, gli consiglierei di fare il salto. Approdare in una big con cui provare magari ad andare all’assalto della Champions. Ha vinto a Bergamo, dopo tanti anni può applicare i suoi metodi a squadre con motori più grossi. Gasperini se lo merita. Anche perché temo – conclude – che sarà difficile con l’Atalanta ripetere le cose straordinarie fatte in questi anni”.

Il futuro di Gasp? “Gli consiglio di andare in una big”

Sono i giorni in cui si decide il futuro di Gasperini: meglio restare nel suo regno a Bergamo o è il momento di nuove avventure? “Bisogna capire se la destinazione è un club dove cercano più un ‘gestore’ di giocatori o un allenatore che insegna calcio, che vuole ‘formare’ i giocatori nel quotidiano. Di sicuro, Gasperini è un tecnico che quando prende una decisione va supportato in tutto e per tutto dalla società. Io gli consiglierei di fare il salto. Approdare in una big con cui provare, magari, a dare l’assalto della Champions. Ha vinto a Bergamo, dopo tanti anni può applicare i suoi metodi a squadre con ‘motori’ più grossi. Gasperini se lo merita. Anche perché temo – conclude – che sarà difficile con l’Atalanta ripetere le cose straordinarie fatte in questi anni”. 

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