Un ritorno alle origini per tornare a spiccare il volo. Nella rinascita tennistica di Marco Cecchinato c’è tanto di Max Sartori. Quando il siciliano è sprofondato fuori dai primi 100 della classifica, dopo aver conquistato una semifinale del Roland Garros nel 2018, quattro titoli Atp ed essersi issato fino al numero 16 del ranking mondiale, ha deciso che l’unico modo per risalire la china era affidarsi a chi lo conosceva meglio di ogni altro e lo aveva accolto ragazzino nel 2009 nel suo gruppo di lavoro a Caldaro insieme ad Andreas Seppi. Un connubio che si è dimostrato nuovamente vincente.
“Lavoriamo insieme da 5-6 mesi ma il merito di quanto sta accadendo è suo”, si schernisce Sartori. I problemi di Cecchinato erano soprattutto mentali, la sua classe non è mai stata in discussione, e proprio sotto questo aspetto l’allenatore ha saputo toccare i tasti giusti. “Marco è stato in grado di ritrovare se stesso e lo smalto necessario per stare su un campo da tennis – racconta – in questo torneo poi ha aggiunto quella parte di coraggio che serve in partita”. Una ventata di “aria nuova” che è la seconda parte di quella che Sartori definisce “una storia lunga e importante”. “Abbiamo lavorato insieme tre anni in passato. Gli è servito molto per crescere all’inizio e questo forse gli è rimasto”, argomenta ancora il coach. Una cambiamento netto che, insieme alla nascita del primogenito Edoardo, è stato fondamentale per il ritorno in auge del palermitano.
Messo alle spalle il periodo più buio ora la premiata ditta Cecchinato-Sartori può guardare con rinnovata fiducia al futuro, senza porsi limiti. “Il primo obiettivo era rientrare nella top 100 e ci siamo riusciti – spiega l’allenatore – ora dobbiamo cercare di scalare posizioni per attaccare poi la parte più nobile della classifica e vedere se quello che ha fatto nel momento migliore della sua carriera si può rifare”. Un Cecchinato in grande spolvero che è un’ulteriore buona notizia per il tennis italiano in questo momento magico. “Credo che oggi siamo la migliore nazione al mondo davanti alla Spagna”, dice Sartori. Un numero impressionante di talenti che stanno sbocciando grazie anche al lavoro compiuto dalla federazione che ha permesso “un notevole salto di qualità”.