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Legge elettorale, da Napolitano un “sì” alla fiducia con molte critiche

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“In questo spirito mi pronuncio, con tutte le problematicità e le riserve che ho cercato di motivare, per la fiducia al governo Gentiloni, per salvaguardare il valore di stabilità, per consentire anche in questo scorcio di legislatura, continuità nell’azione per le riforme e per una più coerente integrazione europea, e mi pronuncio per la fiducia per sostenere scelte del presidente del Consiglio fondate sulle prerogative attribuitegli dalla Costituzione”. Giorgio Napolitano, 92 anni compiuti a giugno chiede e ottiene di parlare da seduto nell’aula del Senato impegnata nel dibattito sulla legge elettorale. Fiducia da parte del Presidente emerito, ma anche diversi dubbi e critiche sul provvedimento in esame (il famoso “Rosatellum”) e sulle modalità con le quali si è arrivati al voto, anzi “ai voti” di oggi.

Perché quello di oggi è pomeriggio di voti di fiducia. Il governo ha ‘blindato’ cinque articoli su sei della legge elettorale, evitando di sottoporre al voto gli emendamenti che sarebbero stati a scrutinio segreto, scatenando le proteste di M5S, Mdp e Sinistra italiana. A partire dalle 14 si svolgono le cinque votazioni.

I sì al Governo non sono a rischio, ma la partita cela l’incognita del numero legale. Come alla Camera, FI e Lega, infatti, pur sostenendo “convintamente” il testo, non intendono votare la fiducia e usciranno dall’aula, mettendo però a rischio il ‘quorum’ di senatori presenti necessario per far lavorare l’aula. Il numero magico sarà dato da 161 (la maggioranza) meno i senatori in congedo, in missione o assenti per malattia. In genere si aggira ai 140-145 parlamentari.

Difesa di Gentiloni – Napolitano è partito da una difesa politica (non d’ufficio) dell’operato di Gentiloni e del suo governo: “Singolare e sommamente improprio ho giudicato il far pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse l’intangibilità delle proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, sottoposto a forti pressioni, ha dovuto aderire – e me ne rammarico – a quella convergente richiesta, proveniente per altro da quanti avrebbero potuto chiedere il ricorso alla fiducia non già su tutte le parti sostanziali della legge, ma sui punti considerati determinanti, cosa che non ebbero la lucidità o il coraggio di fare”.

Compressi ruolo e diritti del Parlamento – Il senatore a vita ha voluto sottolineare le incongruenze insite in questa discussione e nella situazione politica generale e ha criticato la compressione del ruolo stesso del Parlamento e dei suoi membri: “Emergono le ragioni dell’equilibrio tra le istituzioni, ma vorrei che almeno nel prossimo futuro si potesse tra le forze politiche discutere e in seno al Palrmento di tali questioni come questioni di interesse generale e di comune responsabilità politico-istituzionale. Ma si può fare valere l’indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida del Parlamento fino a comprimere drasticamente ruolo e diritti tanto dell’istituzione quanto dei singoli deputati e senatori?”.  “L’interrogativo – spiega – è sorto in concreto nelle ultime settimane con la posizione della fiducia, da parte del governo, sulle parti sostanziali del testo prima che si aprisse in aula alla Camera il confronto sugli emendamenti all’articolo1”.

Sbagliato la legge alla vigilia del voto – Poi, Napolitano è entrato nel merito della legge in esame: “Nessuno più di me poteva auspicare, all’unisono con il Presidente Mattarella, l’approvazione da parte del Parlamento, la più largamente condivisa, di una nuova legge elettorale. Questa, era divenuta urgente, anche se dovremmo essere consapevoli dell’anomalia di troppi, frequenti cambiamenti in Italia di una disciplina che dovrebbe essere, ed è generalmente in Europa, costante per un lungo periodo. E non essere rivista alla vigilia di elezioni politiche generali”.

Come fermare l’ostruzionismo – Altro tema generale che si è, in rapporto a questa vicenda, ripresentato e resta per tutti noi da meditare è quello del come contrastare forme di ostruzionismo dliatorio o paralizzante in Parlamento – ha detto Napolitano  – Si sarebbe potuto andare più avanti se non fossero ad esempio rimasti sempre nel cassetto i progetti di riforma dei regolamenti parlamentari”.

Contrasti non componibili – Napolitano rileva la difficoltà di un accordo tra le forze politiche: “Il così controverso iter della nuova legge elettorale ha portato in primo piano esigenze e ragioni non facilmente componibili tra loro, da considerare obiettivamente e soprattutto non solo in riferimento a una pur rilevante contingenza come quella di cui parliamo”.

La questione di fiducia – L’ex Capo dello Stato critica soprattutto la non emendabilità del provvedimento che è anche conseguenza della totale ingessatura del sistema ormai tripartito in cui nessuno cerca davvero una via per provare a mettersi d’accordo su un tema, quello delle regole del gioco, che dovrebbe essere il più adatto agli accordi: “Il dilemma non è fiducia o non fiducia, – dice Napolitano – anche perché non è mai stata affrontata, neppure dinanzi alla Corte, una obiezione di incostituzionalità della fiducia. C’è però stato, nell’esperienza italiana, ricorso alla fiducia in occasioni e modalità molto diverse tra loro. Quali forzature può implicare e produrre il ricorso alla fiducia che sancisca la totale inemendabilità di una proposta di legge estremamente impegnativa e delicata? E’ questo il punto che ho sollevato con le riserve e posizioni espresse nella vicenda concreta che sta ormai concludendosi in sede parlamentare. E’ questo che mi premeva assai più che auspicare qualche modifica al testo”.

“Bene il mix di proporzionale e maggioritario. Ma…”–  “Ho apprezzato – dice Napolitano – la scelta di fondare la nuova legge elettorale su un mix di proporzionale e maggioritario, nella scia della legge Mattarella del 1993, dalla quale sarebbe stato coerente mutuare anche la netta distinzione tra le candidature nei collegi e quelle nelle liste dei partiti. Non un semplice tecnicismo”

L’attacco di Grillo  –  “Tutto questo sistema immunitario che mi si è rigirato contro, ma d’altronde sta succedendo così in tutta l’Italia. Tutti gli italiani non hanno difese, le loro difese agiscono contro di loro. Stiamo andando a votare, com’è possibile che andiamo a votare con una legge fatta da tre elementi anche scarsissimi, tre soggetti che hanno messo in crisi l’identità della democrazia italiana?”. Lo scrive Beppe Grillo in un post sul suo blog dove compare a letto con una maschera per l’ossigeno sulla bocca. “Però io mi sento benissimo, sto da Dio e riprenderemo con tutte le forze, e saremo a Roma tutti insieme e faremo delle cose straordinarie. Andremo tutti con una benda sugli occhi, perché sarà un voto come la mosca cieca, e voteremo chiunque, qualsiasi, uno di qua uno di là, è lo stesso”, aggiunge. “E’ un voto d’azzardo, bellissimo, per la prima volta nella storia di questa Repubblica voteremo d’azzardo, è meraviglioso saperlo. Allora avremo questa roulette dove succederà qualsiasi cosa, ma non abbiamo nessun tipo di paura, che facciano quello che vogliono. Alla fine questi dopati della politica riceveranno una grandissima lezione da quelli immuni, da quelli che avranno ancora il sistema immunitario integro. Io sto facendo di tutto, essendo l’Elevato, per preservarmi ancora quei globuli bianchi che faranno strage di quei virus che stanno mettendo tutte le menti degli italiani. Italiani ci vedremo lì, vicino al Senato, per una grande manifestazione con una benda bianca sugli occhi. Mosca cieca, torniamo bambini, mosca cieca. Ciao a tutti”

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