E’ una Mediaset in grande spolvero, quella che si presenta ai palinsesti 2018/2019. Reduce dal successo (ancora in corso) dei Mondiali, l’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi non nasconde la soddisfazione per l’andamento dell’azienda. Intanto, perché nel primo semestre dell’anno ha raccimolato un +2% di raccolta pubblicitaria, e nei sette mesi dovrebbe salire ancora. Poi, perché è possibilista sul ritorno al dividendo a fine 2018. Nessun dubbio sull’andamento del titolo in Borsa: fermo, non per problemi ‘casalinghi’, ma esterni. “Dipende da una serie di fattori – spiega -: dalla situazione politica, dall’attesa per il lavoro di questo Governo, dalla paura per l’andamento del mercato pubblicitario, dalla preoccupazione per ciò che accadrà nel mondo dei media. Di certo non dipende da fattori interni”.
Sulle vicende politica, Berlusconi tende a non sbilanciarsi troppo. E se vede le frasi sulla tv del vicepremier Luigi Di Maio come “una spinta a innovare”, dall’altra parte all’idea che la tv sia finita proprio non ci sta: “Si mettessero d’accordo dentro il Movimento 5 Stelle: Di Maio dice che la televisione generalista è morta, Grillo, invece, che bisogna mettere sul mercato due reti pubbliche e portare a casa miliardi di euro. Mi pare le due cose non combacino”. A questo proposito, la sua idea è chiara: “Sul mercato italiano non c’è spazio per altri editori di reti generaliste”. No comment, almeno per il momento, invece, sul decreto dignità pronto a vietare la pubblicità del gioco d’azzardo: “Ovvio, ci tocca dal punto di vista del fatturato, ma non mi sento di esprimere un giudizio finchè non vedo i contenuti del decreto. Bisogna capire, prima di parlare di cifre, ne ho viste di più alte della realtà”.
Gli occhi, però, dopo la scia positiva dei Mondiali, sono tutti puntati sull’offerta calcistica che Mediaset potrà vantare prossimamente. Berlusconi non nasconde la voglia di avere sulle sue reti eventi sportivi, ma, spiega realista, “dobbiamo guardare a costi e ricavi, e il prezzo del calcio, per una tv commerciale, non ha nessun senso economico”. In atto ci sono dei colloqui per provare a continuare a dare agli abbonati Premium un qualche tipo di offerta calcistica. “Stiamo dialogando con Sky e Perform – annuncia l’ad di Mediaset – con due ipotesi di accordi diversi. Nel caso di Perform si parlerebbe di un unico abbonamento, con tre partite a turno. Si saprà qualcosa entro la prossima settimana”.
E l’orizzonte Mediaset non si ferma qui, ma guarda oltre confine, pensando a possibilità di sviluppo oltre Italia e Spagna, dove è già leader. “Stiamo lavorando. E’ presto per dire di più. Di certo, però, si parla di mercati rilevanti”.
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