“San Vito al Tagliamento si batterà per avere verità e giustizia sulla morte di Rossella Corazzin“. Parola di Antonio Di Bisceglie, sindaco del piccolo Comune di 15mila anime, in provincia di Pordenone dove viveva la diciassettenne che, secondo la testimonianza del Angelo Izzo, sarebbe stata rapita e uccisa da un branco di giovani.
“La comunità è sgomenta per questa agghiacciante testimonianza – aggiunge il sindaco – Proprio dalle coetanee di Rossella è arrivata la proposta di dedicare a lei e alla lotta contro violenza e soprusi sulle donne un’iniziativa che promuoveremo presto“. Angelo Izzo, uno dei tre massacratori di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, che sta scontando due ergastoli nel carcere di Velletri per altri due omicidi, ha raccontato ai magistrati la sua verità sulla morte di Rossella Corazzin, sparita il 21 agosto 1975 dai boschi di Tai di Cadore mentre era in vacanza con la famiglia. La minore, scelta secondo Izzo perché era vergine, fu seguita dalla banda di criminali romani, anche loro in vacanza in Cadore, per poi essere sequestrata e portata sul lago Trasimeno (Perugia). Lì sarebbe stata violentata da un branco di 10 uomini e uccisa.
Il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo è arrivato a Perugia per competenza. “Tutti erano sconvolti – prosegue Di Bisceglie – perché all’epoca vissero questo dramma, a più riprese: prima la scomparsa della ragazza, poi la morte di crepacuore del padre, poi l’infinita e vana ricerca della verità da parte della madre, fino alla sua morte. Ora questa agghiacciante testimonianza riapre una ferita profonda. Le donne sono troppo spesso oggetto delle più ignobili volontà dell’uomo e questa vicenda ne è l’ennesima dimostrazione – conclude il sindaco -. Vogliamo vivere in una società in cui, al primo posto ci sia il rispetto reciproco. Anche le istituzioni devono combattere la violenza sulle donne”.