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Nato, Vertice Vilnius: sì degli alleati ad adesione Kiev ma quando ci saranno le condizioni

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L’Ucraina sarà invitata nella Nato quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte. E’ questa la formula che i 31 leader dell’Alleanza hanno trovato al termine del Consiglio atlantico del vertice di Vilnius. L’a questione dell’invito all’Ucraina ha tenuto banco per tutto il primo giorno di summit, con il presidente ucraino Zelensky che ha tuonato contro l’Alleanza, accusandola di aver con concordato una formulazione vaga sulle condizioni, “assurda” e “senza precedenti” per la mancanza di tempi certi sia per l’invito che per l’adesione dell’Ucraina. Il leader ucraino apprezza gli sforzi della Nato ma chiede rispetto per il suo popolo in lotta.

Per ora i passi adottati dal vertice sono tre: un nuovo programma di assistenza pluriennale per l’Ucraina per consentire la transizione dall’addestramento e dalle dottrine standard dell’era sovietica a quelle della Nato, la creazione del Consiglio Nato-Ucraina, “un forum per le consultazioni in caso di crisi” che si riunirà domani per la prima volta, e la rimozione dei requisiti del Piano d’azione per l’adesione (Map), che accorcerà il processo da due a una fase. “Questo è un pacchetto forte per l’Ucraina. E un chiaro percorso verso la sua adesione alla Nato”, ha rimarcato il segretario generale Jens Stoltenberg, affermando che questo è un passo avanti molto più ampio e concreto rispetto alla generica formulazione sul diritto di un futuro nell’Alleanza, decisa nel vertice di Bucarest del 2008. In aggiunta, con una guerra in corso non è il momento di far entrare l’Ucraina, ha sottolineato Stoltenberg. A Kiev, inoltre, vengono richieste riforme “in materia di interoperabilità, nonché ulteriori riforme del settore democratico e della sicurezza”. Interventi che i ministri degli Esteri della Nato valuteranno regolarmente attraverso il programma nazionale annuale adattato.

“L’Alleanza sosterrà l’Ucraina nell’attuazione di queste riforme nel suo cammino verso la futura adesione”, si legge nella dichiarazione dei leader. Alla fine dal vertice è uscito un compromesso che ha tenuto a bada il fronte dell’adesione subito e quello dei grandi paesi guidati dagli Usa per una linea più prudente che eviti un’escalation del conflitto. Al termine della prima giornata di vertice, sono arrivate parole più concilianti anche dal presidente Zelensky, che ha parlato a sorpresa in una mega manifestazione nel centro di Vilnius. “La Nato darà all’Ucraina sicurezza. L’Ucraina renderà la Nato più forte”, ha detto rivolgendosi ai lituani e profughi ucraini. “Le bandiere ucraine sulle strade lituane dimostrano chiaramente che siamo già alleati e l’Ucraina difenderà sia la propria che la tua libertà! E nessuno dovrebbe mai, mai guardare indietro a Mosca!”, ha poi scritto su Twitter commentando l’evento animato da migliaia di persone. Dura la reazione di Mosca alle decisioni della Nato. L’ingresso della Svezia nell’Alleanza atlantica avrà conseguenze negative”, ha avverte il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Quanto all’Ucraina, “il suo possibile ingresso nella Nato è molto pericoloso per la sicurezza europea”.

Il vertice si è aperto sotto i migliori auspici, dopo il via libera di ieri sera da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla ratifica dell’adesione della Svezia. Stoltenberg ha respinto ogni collegamento tra la fornitura di F16 da parte degli Usa alla e il sì di Ankara alla Svezia nella Nato, anche se le parole di Biden alla vigilia del vertice – “sono pronto a lavorare con il presidente Erdogan e la Turchia per migliorare la difesa e la deterrenza nell’area euro-atlantica” – hanno chiaramente aperto la strada all’acquisto chiesto da Ankara di 40 nuovi F-16 dagli Stati Uniti. I rapporti con la Turchia sono stati al centro anche del bilaterale che la premier Giorgia Meloni ha avuto con il presidente Erdogan. Un faccia a faccia tra i due leader, durato circa 50 minuti, che ha confermato gli intensi rapporti tra i due Paesi. Erdogan ha apprezzato il ruolo dell’Italia nello scenario del Mediterraneo e invitato Meloni ad Ankara. I due presidenti hanno affrontato il tema degli investimenti nei settori dell’industria e della difesa, e confermato l’obiettivo di un ulteriore slancio nei rapporti economici, per arrivare a un interscambio di 30 miliardi di euro. Meloni ha posto l’accento sulla strategia per il Mediterraneo e il contrasto all’immigrazione clandestina e ha confermato l’interesse alla collaborazione in diversi settori. La premier, che ha avuto anche un colloquio con il premier britannico Rishi Sunak, avrà occasione di confrontarsi ancora con i leader sia alla cena al Palazzo presidenziale di Vilnius sia nella sessione di domani.

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