I giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma del processo sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte si sono ritirati in camera di consiglio per emettere la sentenza di secondo grado nei confronti dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi (in primo grado condannati all’ergastolo), e per Francesco Bellegia e Mario Pincarelli (condannati rispettivamente in primo grado a 23 e 21 anni). La sentenza è prevista non prima delle 15 di oggi, 12 luglio. Willy Monteiro Duarte, ventenne di origine capoverdiana, fu picchiato a morte a Colleferro nel settembre del 2020, mentre cercava di sedare una rissa che aveva coinvolto un amico.
Difesa: “Derubricare reato a preterintenzionale”
Assolvere gli imputati accusati di avere ucciso Willy Monteiro Duarte. È questa la richiesta avanzata, in prima battuta, dalla difesa. In seconda battuta, è stata chiesta la derubricazione del reato contestato, da omicidio volontario a preterintenzionale. Quindi, in terzo luogo, i difensori hanno chiesto il minimo della pena con l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi. Infine, solo per i Bianchi, il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Legale Bianchi: “Pena non è vendetta sociale”
“La pena non è una vendetta sociale, ma il meccanismo che deve far funzionare il recupero delle persone secondo l’idea espressa della Costituzione”. Così l’avvocato di Gabriele Bianchi, Valerio Spigarelli, concludendo le repliche stamani nel corso dell’udienza di oggi. Spigarelli ha definito “squilibrata” la sentenza di primo grado, perché “poggiata sulla mostrificazione degli imputati. Una pena ingiusta – ha detto -. Tutto questo non restituisce ciò che è stato tolto, ma sarebbe una ulteriore ingiustizia in un processo ingiusto che di ingiustizie ne ha viste già tante”.