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Pd, dopo Direzione è tifo social tra critiche e consensi

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Critiche, appelli, disorientamento, rabbia. Sono i ‘tag’ che sintetizzano la vox populi dem sui social nel post Direzione del Partito democratico che ha sancito “no governi con il centrodestra e M5S” e pieni poteri al segretario reggente Martina, ma fino all’Assemblea. Tanti sul web gli sfoghi, gli inviti, le accuse, gli avvertimenti: per chiedere “il rispetto di militanti e iscritti”. Anche se a far discutere è soprattutto il sì o il no al dialogo con i grillini, ‘potabili’ per alcuni, da evitare come la peste per altri.

Ma sono in molti quelli che, per prima cosa, chiedono confronto nel partito. Ecco qualche esempio di ciò che si può leggere nei profili fb e negli account Twitter di iscritti e simpatizzanti: “Santa pace! I 5 Stelle non ci pensano proprio a fare un’alleanza con noi. E noi con loro. Parlano di Contratto che è ben altra roba. Alla fine abbiamo scelto di non scegliere, dando sostanzialmente ragione a Renzi e al giglio magico su Martina e sulla chiusura isterica al Movimento 5 Stelle”. E ancora: “È una politica morta, il problema non è Renzi, è la politica da rifondare. Mai più un voto a questi gruppi dirigenti”.

Nell’orizzonte social anche la riflessione sull’Assemblea dei dem, che, però, non si sa quando sarà: “Insomma ci vorrebbe un po’ di coraggio – recita un post – mentre la Direzione del Pd mi sembra un invito ai nostri iscritti ed elettori (i pochi rimasti) a scappare a gambe levate..”. “Tra il popolo dem nella Rete – osserva Roberto Tricarico, ex assessore torinese nella giunta Chiamparino e poi capo di Gabinetto dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino – c’è chi si asciuga la fronte per lo scampato pericolo di un’alleanza con i grillini e persino di una scissione. Invece, non è successo niente, non si marcia né uniti né divisi. Ed ecco che la fronte del democratico dem, non più bagnata dal sudore prodotto dall’ansia, s’increspa come onde del mare in tempesta. E ora che si fa? Una domanda che non trova risposta…”. Per Giusi La Ganga, ex socialista e oggi esponente del Pd, sempre attivo nel dibattito del partito, “i dem sono riusciti ad apparire in torto avendo ragione. Son tutti convinti che volessero fare i ministri con i 5Stelle, invece si trattava di trovare solo convergenze per realizzare almeno una transizione concordata”. Secondo l’ex parlamentare del Psi e poi consigliere comunale torinese del Pd, nell’amministrazione di Piero Fassino, “l’idea che il congresso anticipato sia una soluzione è sbagliatissima, perché i congressi Pd ormai sono plebisciti” e “tutto si sposta a un ultimo appuntamento, l’Assemblea Nazionale”. Insomma non saranno le primarie per eleggere il segretario a risolvere. Il clima social? “Un’atmosfera ormai da stadio”, molta irrazionalità, poca razionalità, secondo La Ganga: “riflette la leadership dei partiti, che con le loro continue oscillazioni su come uscire dallo stallo stimolano più gli istinti che la riflessione”.

E così ecco la ‘curva social’ degli entusiasti che postano: “Chi parla di vincitori e vinti lo fa o in malafede o perché non ha assistito al dibattito. Anche perché, se c’è stato un vincitore della Direzione, quello è il Pd, che finalmente ha cominciato a discutere come un partito che decide, dopo la clamorosa sconfitta, di cambiare strada”. Invece la curva degli ipercritici intona: “Al Paese passa il messaggio che per noi i 5Stelle sono impresentabili e Berlusconi è uno statista. Poi ci lamentiamo degli insulti… “. E ancora giudizi severi: “Renzi è stato criticato per aver perso tutto quello che c’era da perdere negli ultimi 3 anni”. Ma ci sono anche i “senza tessera” difensori del rottamatore, ex segretario ed ex premier: “Parlo da semplice cittadino, non sono un iscritto .. . dovete vedere cosa c’è fuori dal semplice mondo Pd … ‘parliamo con i circoli’ ‘sentiamo la base’ …. voi dovete parlare con i cittadini che vanno al lavoro dalla mattina alla sera. Ho votato Pd perché non sono un populista, ma adesso vedo gente come Fassino e Cuperlo che vogliono allearsi con i 5 stelle.. Io sono e sarò sempre dell’idea di Renzi…meglio soli e senza poltrone che male accompagnati….”.

Per Diego Zardini, deputato del Pd del Veneto, referente dell’area Martina, c’è chi ha seminato sui social odio e ora bisogna ascoltarsi un po’ di più. “La percezione – dice Zardini – è che ci sia un 60/65% di simpatizzanti e militanti contrari a fare un governo col M5s e un 35-40% di favorevoli. Ma vanno superate le tifoserie da stadio e le liste di proscrizione. In Veneto, sono i circoli che stanno alimentando l’analisi della sconfitta elettorale che il livello nazionale del Partito, impegnato sulla situazione di stallo del governo, non sembra pronto a organizzare”. E annuncia: “Serve dibattito: dalla settimana prossima comincerò un giro nelle sette province venete per incontrare i segretari, i militanti e i cittadini”.

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