Prosegue il dibattito sulla ripresa della Serie A, nel mirino le disposizioni sul protocollo da parte del Comitato tecnico scientifico
Sempre lunga e tortuosa la strada che porta alla ripresa della Serie A. Dopo le indicazioni del Cts sul protocollo e l’accettazione da parte della Figc, indispensabile per l’ok del Governo agli allenamenti collettivi il 18 maggio, ci si interroga ancora sulle misure stabilite. In particolare tiene banco la questione della quarantena di squadra in caso di positività, misura da più parti indicata come difficilissima da applicare e in grado di impedire la conclusione del campionato in caso di nuovi casi di infezione.
Ripresa Serie A, Malagò: “Esiste il rischio di non concludere la stagione”
Nelle scorse ore ha parlato il presidente del Coni Giovanni Malagò, confermando che la Serie A ripartirà il 13 giugno al 99%, ma non è detto che non sorgano problemi che ne impediscano poi la conclusione: “Si sta facendo di tutto per ricominciare, per mettere il sistema in condizione di ripartire. Per sapere poi quante chance ci sono che il campionato finisca bisognerebbe avere la palla di vetro. È il vero rischio, l’ho detto già due mesi fa con serenità: in Germania hanno fatto un accordo con i calciatori se le cose non riescono a chiudersi, nel caso italiano l’obiettivo unico è quello di cominciare. È un questione culturale, questa mentalità del ‘partiamo e poi vediamo’ io non ce l’ho. Secondo me nella vita serve sempre avere una alternativa, per evitare di compromettere una situazione già molto complessa”.
Su questo scottante tema riguardante la quarantena: “Abbiamo recepito una direttiva che individua un percorso di coinvolgimento generale e non quello di creare una quarantena individuale. È un tema che riguarda il Cts, non ho mai interloquito con loro, lo deve fare il governo e il ministero dello Sport. Mi dicono che è una decisione che può anche essere rivista. Ma devo dire che questa lotta tra alcuni medici e il Cts non mi appassiona”.
I club e i calciatori: “Criticità da risolvere”
Da parte loro, i club non sono per nulla convinti di questa eventualità, e fanno notare come realizzare l’isolamento completo di gruppi così ampi di persone non sia per nulla semplice. I club ritengono il protocollo troppo rigido, e chiedono una rivisitazione più elastica delle norme. Si richiede inoltre maggiore chiarezza nella definizione degli allenamenti collettivi. Il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi conferma: “Ci sono delle criticità che hanno evidenziato i club, speriamo di riuscire a superarle. Noi però vorremmo avere più dati e indicazioni: il ritiro, vista la gestione di eventuali casi di positività che rischia di bloccare un’intera squadra, è uno dei punti in sospeso. Una singola positività potrebbe interrompere sul più bello il percorso: bisogna capire cosa fare. Intanto speriamo di avere una data certa sulla ripartenza: quella del 13 giugno è un’ipotesi”.
La nota della Lega
Questa mattina si è svolto un confronto tra Lega, FIGC, il presidente della Fmsi Casasco ed il rappresentante dei medici della Serie A, Gianni Nanni. Al termine del confronto la Lega ha diramato questo comunicato, con il quale si chiede la modifica di alcune disposizioni.
“Sono stati analizzati i punti del protocollo difficilmente attuabili e sono state costruttivamente elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive. Vi è stata una generale condivisione delle proposte finali, formulate per garantire una ripresa in piena sicurezza degli allenamenti di gruppo, che verranno tempestivamente sottoposte al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, al Ministro della Salute e al CTS”.
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