dal nostro inviato Jan Pellissier
Parigi (Francia), 14 nov. (LaPresse) – Camminando per boulevard Richard Lenoir, proprio a metà strada tra il Café Bataclan e la sede di Charlie Hebdo, c’è una scia di sangue, a tratti ancora fresco, lunga almeno 200 metri: probabilmente è di qualcuno che fuggiva dal massacro, che poi si è accasciato creando una grande pozza rossa. In rue Charonne, di fianco al bar La Belle Epoque dove sono morte 19 persone, c’è una pasticceria: due fori di proiettile ne hanno distrutto la vetrina. In altri fori dei proiettili lì vicino qualcuno ha messo una rosa. Cambiando linea di metro a Parigi, oggi ci si può imbattere in quattro militari che squadrano tutti dalla testa ai piedi. Ma anche in un lenzuolo con su scritto ‘Love’. I vigili del fuoco hanno i mezzi sempre in allerta e il sindaco Anne Hidalgo consola giovani, superstiti e leader religiosi. La ville Lumiere oggi non si è mai accesa, cercando di scacciare questo nuovo incubo ha preferito non svegliarsi. Solo in questi minuti, nei luoghi delle sparatorie si stanno concentrando piccole folle. In netta maggioranza i negozi sono rimasti chiusi e la maggioranza dei parigini non è uscita di casa, rendendo spettrale l’atmosfera della città intera.
Sangue e proiettili nelle strade: la guerra ritorna a Parigi
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dal nostro inviato Jan Pellissier
Parigi (Francia), 14 nov. (LaPresse) – Camminando per boulevard Richard Lenoir, proprio a metà strada tra il Café Bataclan e la sede di