Una decisione che ormai da giorni era nell’aria e che con la conferma della proroga dello stato di emergenza a Tokyo non era più rimandabile. Le Olimpiadi slittate di un anno a causa della pandemia e al via tra due settimane si svolgeranno senza spettatori. Ancora una volta gli organizzatori sono costretti a rivedere i piani per l’edizione più tribolata di sempre. Ma la variante Delta continua a destare preoccupazione e non permette di abbassare la guardia in vista dell’evento più atteso dell’estate: nella capitale giapponese i casi continuano ad aumentare, 920 quelli registrati nelle ultime 24 ore contro i 714 della settimana precedente. Numeri che si aggiungono a quelli di una campagna vaccinale che in Giappone procede a rilento: solo il 15% della popolazione ha ricevuto il siero. E il timore è che le Olimpiadi possano diventare un enorme super-diffusore del virus, in grado di spargere varianti a livello nazionale e all’estero. Dunque, dopo lo stop già deciso per il pubblico proveniente dall’estero, ecco quello per gli spettatori ‘locali’, a Tokyo e nelle prefetture di Chiba, Saitama e Kanagawa.
L’annuncio, inizialmente anticipato dai media giapponese, è arrivato dopo il vertice a cui hanno presto parte i rappresentanti del comitato organizzatore dei Giochi, del governo giapponese, del governo metropolitano di Tokyo e dei Comitati olimpici e paralimpici internazionali. Anche il presidente del Cio Thomas Bach, arrivato ieri nella capitale nipponica e in isolamento in hotel per tre giorni, ha preso parte alla riunione da remoto. “Mi dispiace molto per i possessori di biglietti e i residenti locali che non vedevano l’ora di assistere ai Giochi”, ha dichiarao Seiko Hashimoto, presidente del comitato organizzatore. A un numero limitato di spettatori, ha aggiunto, sarà comunque dato il via libera nelle sedi delle prefetture di Miyagi, Fukushima e Shizuoka. “Vorrei che tutti si divertissero a guardare le gare in televisione a casa”, ha detto la governatrice di Tokyo Yuriko Koike. Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha dichiarato che lo stato di emergenza entrerà in vigore da lunedì 12 luglio e durerà fino al 22 agosto. Questo significa che le Olimpiadi, che si apriranno il 23 luglio e si svolgeranno fino all’8 agosto, si terranno interamente sotto misure di emergenza. “Prendendo in considerazione l’impatto della variante delta, e al fine di prevenire la diffusione dei contagi in tutto il paese, dobbiamo intensificare le misure di prevenzione”, ha spiegato Suga.
Appena due settimane fa, gli organizzatori e il Cio avevano dato il via libera di riempire gli impianti fino al 50% della capacità, a patto di non superare i 10mila spettatori. Lo stato di emergenza ha però costretto a un’inversione di tendenza, che era comunque un’opzione nel caso di aumento dei contagi. Anche la cerimonia di apertura dei Giochi, tradizionalmente l’evento più seguito al mondo, in programma al National Stadium si svolgerà a porte chiuse. Il Cio attraverso un comunicato ha confermato la decisione presa dal governo giapponese: “Durante i Giochi non saranno ammessi spettatori in nessuna sede di Tokyo. In base a questa politica, nelle aree in cui non sono in vigore misure di emergenza, le autorità del governo locale si riuniranno e decideranno misure specifiche in consultazione con i governatori locali in base alla situazione in ciascuna area”. Il Comitato olimpico internazionale ha aggiunto di “rispettare la decisione e la sostenerla nell’interesse di Giochi sicuri e protetti per tutti”. Allo stesso tempo, viene espresso profondo rammarico “per gli atleti e per gli spettatori”. “Ce lo aspettavamo, eravamo abbastanza abituati a giocare senza pubblico da ormai un anno e mezzo. E’ un peccato, le Olimpiadi sono particolari anche perché tutti gli sport hanno tribune piene, c’è un sold-out in tutti gli sport, cosa che non avviene invece agli Europei o ai mondiali”, ha dichiarato il ct del Settebello, Sandro Campagna. “Quanto alla presenza di pubblico alle Paralimpiadi che si apriranno il 24 agosto, la decisione definitiva verrà presa solo dopo l’8 agosto.