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Vittime naufragio Cutro salgono a 78

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Sono stati ritrovati altri due corpi di vittime del naufragio del 26 febbraio al largo della costa crotonese. Si tratta di un adulto e di un bambino. Le vittime del naufragio di Cutro salgono così a 78. Il cadavere dell’adulto è stato trovato sulla spiaggia di Steccato di Cutro, il corpo del bambino nelle acque vicino alla spiaggia di Praialonga, a un paio di chilometri dal punto del naufragio. Il recupero dei corpi è in corso, poi verranno trasferiti alla camera ardente al Palamilone a Crotone.

La politica commenta la situazione

“Se davvero governo e maggioranza ritengono la legge Bossi-Fini inadeguata e intendono seriamente modificarla allora consentano che le prime modifiche siano approvate già in occasione della conversione del decreto di Cutro”. Lo dichiara il segretario di Più Europa Riccardo Magi. “Così si riuscirà anche a limitare la creazione di migliaia di nuovi irregolari – osserva Magi – e a correggere alcune misure inconsistenti contenute nel provvedimento”. 

Totò Martello: “Approccio destra a migranti è mediatico”

“‘Guerra agli scafisti’, ecco il nuovo slogan del governo Meloni. Ho solo una domanda per la presidente del Consiglio: quando sono soltanto cinque, sei, anche dieci persone a salire autonomamente a bordo di un barchino di tre metri per attraversare il Mediterraneo, chi di loro è lo scafista?”. Lo dice Totò Martello, capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Lampedusa e Linosa. “La destra continua ad avere un approccio al tema dei migranti a esclusivo uso mediatico – aggiunge Martello -, nel tentativo di propinarci di volta in volta fantomatiche ricette inseguendo la cronaca. Le Ong arrivano in un porto italiano dopo aver salvato decine di migranti in mare? ‘Guerra alle Ong’. Poco dopo si verifica la terribile tragedia di Cutro? ‘Guerra agli scafisti’. Si va avanti con la propaganda, con gli slogan ad effetto. Lo faceva Matteo Salvini, che quando era ministro degli Interni ripeteva la filastrocca dei ‘porti chiusi’, mentre a Lampedusa come in diverse altre località italiane gli sbarchi continuavano regolarmente. Lo ha fatto Giorgia Meloni impostando la sua campagna elettorale sulla follia del ‘blocco navale’, e continua a farlo ora che è presidente del Consiglio dichiarando prima ‘guerra alle Ong’ e adesso ‘guerra agli scafisti’, nel tentativo di far credere che questa sia la nuova ricetta per risolvere tutti i problemi legati alle migrazioni. Ma se è sacrosanto perseguire e punire gli scafisti, così come chi lucra organizzando traversate sfruttando la disperazione delle persone, questo è solo un singolo aspetto di un tema molto più ampio e complesso come quello della gestione dei flussi migratori. La Meloni forse non sa, o finge di non sapere, che nella maggior parte dei casi gli scafisti si trovano solo a bordo delle grosse imbarcazioni, ma quando un piccolo gruppo di persone sale a bordo di un barchino per raggiungere le nostre coste non c’è nessuno scafista a bordo. E basta guardare i report ufficiali per capire che a Lampedusa la maggior parte dei migranti arriva così, su piccole imbarcazioni, sono i cosiddetti sbarchi autonomi”. 

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