Mentre il Presidente si affanna nel tentativo di ostacolare l’uscita del libro di John Bolton prevista per la prossima settimana, le rivelazioni dell’ex consigliere di Donald Trump per la sicurezza diventano quanto mai un’affare di Stato con implicazioni per la Casa Bianca potenzialmente peggiori del cosiddetto Ucraina Gate. Le indiscrezioni e l’anticipazione di stralci dello scottante ‘The Room Where it happened, a White House Memoir‘ si moltiplicano, costringendo il Presidente ad uno scomodo gioco in difesa. Il giorno dopo avere interpellato una corte federale per tentare di impedire l’uscita in libreria, Trump giovedì è dovuto tornare sulla vicenda con un velenoso Tweet contro il suo ex stretto collaboratore “Ha detto ogni bene su di me fino al giorno in cui l’ho licenziato. Il suo libro è estremamente noioso ed è tutto fatto di bugie e storie false”.
Quelli che emergerebbero dalle lunghe, accurate, ed a quanto pare dettagliate memorie di Bolton sui suoi 17 mesi in prima linea nell’amministrazione Trump, non sarebbero solo momenti o episodi imbarazzanti per l’inquilino della White House, ma un complessivo ritratto di un uomo inadeguato, impreparato, ossessionato da presunti complotti, sostanzialmente mitomane e incapace di ascoltare persino i suoi più stretti consiglieri. Anche per quanto riguarda la Sicurezza, settore su cui Bolton era chiamato a supervedere, ogni decisione di Donald Trump sarebbe stata dettata esclusivamente da calcoli di convenienza personale e politica. “Ho molta difficoltà a ricordare una singola decisione presa dal Presidente – Scrive Bolton – che non fosse indirizzata ad ottenere un suo qualche tornaconto elettorale”.
Questo il quadro complessivo in cui si innesta il tentativo di convincere durante il G20 di Osaka il leader cinese XiJin Ping ad incrementare l’import di prodotti agricoli americani in modo da favorire la popolarità del presidente ed ottenere per lui favore politico in un importante settore dell’economia americana. La vicenda è stata seccamente smentita dal ministro del commercio Robert Lighthizer durante un audizione in Senato ma da più parti è stata evidenziata una contraddizione di fondo in cui navigherebbe a vista lo staff presidenziale: la richiesta di impedire la pubblicazione del libro che divulgherebbe notizie e informazioni confidenziali non può convivere con l’accusa rivolta allo stesso libro di essere una raccolta di menzogne e al suo autore di essere un folle e un bugiardo.
Secondo l’Associated Press che ha potuto analizzare le Memorie di Bolton in anteprima, l’ex uomo del Presidente per la sicurezza indicherebbe un’infinità di episodi imbarazzanti, di riunioni inconcludenti, descriverebbe uno staff incapace ed un Trump costantemente disinformato su questioni di primaria importanza per la presidenza degli Stati Uniti. “Trump tiene solo 2 riunioni alla settimana con i responsabili dei servizi americani, durante le quali è lui a parlare per la maggior parte del tempo e per di più di temi strampalati invece di farsi informare dai responsabili dei vari settori sui dossier che contano”. Il libro riporterebbe inoltre numerosi quanto clamorosi svarioni del Presidente durante briefing ufficiali: la Finlandia descritta come parte del territorio russo, la Gran Bretagna come sprovvista di armamenti nucleari, o ancora la stampa puntualmente indicata come “quella feccia che merita di essere giustiziata”. Riguardo ai rapporti con Pechino poi Trump avrebbe più volte sostenuto con Xi Jin Ping come il Partito Democratico americano fosse sostanzialmente anticinese o come il Dragone facesse “un gran bene a rinchiudere gli uiguri, minoranza etnica di religione musulmana, in campi di concentramento”.
Già i retroscena sul sostanziale ricatto operato da Trump nei riguardi dell’Ucraina, alla quale Trump avrebbe chiesto di investigare sugli interessi del suo rivale democratico Joe Biden e di suo figlio Hunter, vincolando alla richiesta la luce verde per lo sblocco di aiuti americani destinati a Kiev, aveva portato il Presidente ad imboccare la strada dell’impeachment. Oggi la pubblicazione del libro rischia di trascinare con maggiore vigore Trump verso una possibile destituzione. Nelle pagine di The Room Where it Happened, Bolton avrebbe inoltre raccontato tutti i tentativi e tutte le negoziazioni intercorse con la Casa Bianca per la stesura definitiva del libro. Fino all’estremo sforzo di questi giorni indirizzato a ritardarne ancora la pubblicazione.