La Camera vota oggi la legge di Bilancio. La seduta finale è in corso e il voto è previsto intorno alle 16,15. Nella notte, il dibattito aveva rischiato di incagliarsi all’articolo 3 in una sorta di ostruzionismo tecnico dell’opposizione che ha più volte sottolineato l’inutilità di approvare una legge che è sostanzialmente “carta straccia” e che tutti sanno dovrà essere cambiata profondamente nei prossimi giorni dopo l’eventuale accordo con l’Unione Europea.
Questa mattina, sono accadute due cose: il Consiglio dei Ministri si è riunito per una nota di variazione al Bilancio in modo da allinearsi alle modifiche finora apportate in Parlamento e far tornare i conti e, a Montecitorio, si è svolta la conferenza dei capigruppo per sciogliere il nodo del bilancio venendo incontro alla richiesta dell’opposizione di far slittare da metà dicembre a metà gennaio il ddl sulle riforme costituzionali.
Consiglio dei Ministri – Ecco il comunicato di Palazzo Chigi che spiega il significato tecnico della riunione di questa mattina dell’esecutivo: “Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, la prima ‘Nota di variazioni’ al bilancio di previsione dello Stato per il triennio 2019-2021. La Nota recepisce le modifiche al disegno di legge di bilancio approvate dalla Camera dei deputati e contiene i prospetti contabili analoghi a quelli del disegno di legge di bilancio, distinti per unità di voto e allegati tecnici per capitoli. Tali prospetti riportano gli effetti finanziari dell’intero bilancio dello Stato e le variazioni connesse agli emendamenti approvati”.
Capigruppo – La discussione in aula della Camera del ddl riforme costituzionali (referendum e proposte di legge di iniziativa popolare) slitta dunque dal 17 al 20 dicembre ma “qualora alla presentazione del testo base della legge le opposizioni riterranno che non ci sia tempo sufficiente c’è un impegno a verificare tempi ulteriori”. Così Emanuele Fiano del Pd al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Le opposizioni avevano chiesto alla maggioranza di rinviare a gennaio l’esame del testo. “Si farà a gennaio. E’ chiaro che non ci sono le condizioni per farlo a dicembre. La maggioranza non porrà problemi a una nostra ulteriore richiesta, potevano già aggiornare il calendario ora, non l’hanno fatto perché dicono che si guarda prima il testo base”, ha spiegato Graziano Delrio.
L’iter – Se (come è scontato) oggi pomeriggio la Camera approverà il disegno di legge sul bilancio, da lunedì, la manovra passerà al Senato e, a quel punto, il problema sarà far coincidere i lavori di Palazzo Madama con la trattativa tra governo e Commissione europea. E Conte ha chiesto di anticipare da mercoledì a martedì le sue comunicazioni in Parlamento in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì a Bruxelles. Il premier sarà prima alla Camera e poi al Senato. L’anticipo potrebbe essere legato alla volontà di incontrare il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker già mercoledì. Quello sarà il promo di una serie di incontri decisivi per le sorti della manovra. Al vertice con Juncker, Conte dovrebbe arrivare con una proposta per far rientrare i numeri della manovra (prima di tutto il rapporto deficit/pil, entro i limiti stabiliti dalla Ue. Juncker e Moscovici, hanno un atteggiamento abbastanza morbido nei confronti dell’Italia, ma molti nella Ue preferirebbero maggiore durezza. Oggi come oggi, è difficile prevedere il punto di caduta. Scontato che sarà intorno al 2 per cento (rapporto deficit/pil) ma è tutto da vedere come farà il governo a raggiungerlo visto che Salvini e Di Maio sono contrari a far slittare i due provvedimenti cardine (quota 100 delle pensioni e reddito di cittadinanza) oltre febbraio/marzo e che bisogna trovare 4/5 miliardi da tagliare più un paio di nuove entrate.