Senza un governo espressione del risultato delle urne la vendita di Alitalia, che doveva chiudersi entro fine mese, slitta alla fine di ottobre e conseguentemente il termine per la restituzione del prestito ponte da 900 milioni di euro è rimandato al 15 dicembre. Il Consiglio dei ministri ha approvato l’atteso decreto per il rinvio delle scadenze per la vendita dell’ex compagnia di bandiera, una decisione che “è conseguente alla situazione politica che stiamo vivendo – ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – ci sono state delle offerte, ora si arriva a una fase di negoziazione più stretta che ha bisogno di un governo nel pieno delle sue funzioni”.
“Una fase di negoziazione più stretta presuppone che ci sia un governo, che su questo abbia possibilità di esprimere il proprio orientamento. E’ una questione di praticabilità oggettiva della cessione di Alitalia in questa situazione, oltretutto in campagna elettorale sono state espresse opinioni molto diverse sulla vendita di Alitalia”, ha ricordato il ministro.
Tra l’altro dal momento dell’accordo per la vendita al trasferimento dell’asset ci vorrebbero 6 mesi, tra antitrust europeo e due diligence per cui va data “la possibilità agli investitori di interloquire con il nuovo governo”. L’Antitrust Ue lunedì ha annunciato l’apertura di un’ “indagine approfondita” sul prestito ponte, per valutare se il prestito all’ex compagnia di bandiera costituisce aiuto di Stato e se sia conforme alle norme Ue in materia di aiuti alle compagnie in difficoltà.
Prestito che, ha riferito Calenda, non è stato intaccato. “Il prestito è sostanzialmente intatto – ha spiegato – I commissari hanno ben operato. Ma è importante dire che la situazione di Alitalia resta nel lungo periodo fragile” perché “è un’azienda piccola che per ridurre le perdite deve fare investimenti significativi, nuovi aerei e un accordo sindacale da concludere nella fase di trasferimento”.
Tutto da vedere, dunque, nei prossimi mesi. “Gli interlocutori che abbiamo non sono disponibili ad andare avanti prima che ci sia il nuovo governo”. Lo scorso 23 aprile erano arrivate tre offerte per Alitalia. Una è di Lufhtansa, che attraverso il direttore finanziario di Lufhtansa Ulrik Svensson ha ribadito: “Nella situazione in cui Alitalia sembra oggi per noi non c’è assolutamente alcun interesse”, ha detto in una call con gli analisti, “abbiamo consegnato un concept paper, è importante sottolineare che non è un’offerta è un concept paper di un’Alitalia molto diversa che potrebbe apparire con costi inferiori e un numero inferiore di aerei e persone”. Il direttore finanziario ha però precisato che “questo concetto dovrà essere valutato dalle autorità italiane, ma senza un governo penso che si impiegherà molto tempo a far capitare qualcosa da quel lato”.
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